Cosa accomuna e cosa differenzia donne e uomini nel team working? Quali sono i modelli a cui guardare e le azioni necessarie per garantire una maggiore parità di genere? Lo abbiamo chiesto a Marlene Benetello, Responsabile OPS conti Correnti di Cherry Bank, e al suo pink team. Una squadra affiatata, tutta in rosa, che si occupa della gestione dei conti correnti e dei prodotti collegati, come i conti deposito e vincoli.
Marlene, sei alla guida di un’équipe totalmente al femminile: una scelta o un caso?
Inizio subito così: una domanda di questo tipo viene mai posta a équipe totalmente maschili? Senza tergiversare, si è trattato di un mix di elementi. Le competenze ricercate e le attitudini identificate nelle diverse candidature hanno formato la squadra, ma non nego che le caratteristiche desiderate fossero presenti più nelle candidate che nei candidati.
Cosa accomuna e cosa differenzia il vostro team rispetto a un gruppo di uomini?
Ciò che accomuna un team sono la forza di volontà, la determinazione e la voglia di crescere perseguendo grandi sfide e obbiettivi condivisi. Le donne possono creare tra loro una rete indissolubile, sorellanza, protezione reciproca: tratti tipici ed esclusivi delle connessioni femminili, che restano nel tempo e non si dimenticano. Credo che gli uomini, invece, generalmente tendano ad allacciare rapporti lavorativi mantenendo un certo distacco, forse con meno empatia. Ci tengo però a sottolineare che, dal mio punto di vista, l’intelligenza emotiva non ha genere e va coltivata a prescindere da come è composto un team.
Quando un gruppo funziona dovrebbe sempre essere fonte di ispirazione con la consapevolezza che le relazioni, come le persone, sono uniche.
Si sente spesso dire che siano molte le donne capaci di guidare team di soli uomini, ma poche altrettanto brave con team di sole donne. Secondo te è una realtà? E se lo è davvero, perché?
Non ho mai guidato team di soli uomini. Guidare con capacità un team è difficile in ogni caso e dipende davvero da molti fattori, personali ed esterni. Noi donne possiamo essere molto complesse e coordinare un gruppo di donne affiatate, equilibrato e in armonia è possibile solo grazie al contributo di tutte.
Tre fattori per accelerare il raggiungimento della parità nel mondo del lavoro.
Il primo fattore è una inversione di rotta culturale sui carichi famigliari che vedono spesso la donna come principale punto di snodo e l’uomo come principale fonte di reddito. La parità deve essere trasversale, solo così si raggiungerà anche sul lavoro.
Il secondo è il sostegno con adeguate risorse alle aziende per l’applicazione di politiche di diversità, equità e inclusione. Le imprese che ci credono e pongono questi obiettivi al centro delle strategie aziendali devono essere supportate.
Il terzo fattore è dentro di noi. Con i giusti supporti e superando i nostri pregiudizi possiamo e dobbiamo alimentare la nostra essenza, senza mettere da parte l’ambizione, nutrendola e alimentandola, credendoci.
A tu per tu con il team
OPS Conti Correnti
Una keyword che rappresenta il vostro team?
Condivisione. Siamo un team di ragazze sempre pronte a sostenerci a vicenda e a condividere non soltanto gli aspetti lavorativi ma anche quei momenti di leggerezza e felicità che caratterizzano le nostre vite quotidiane.
(Ylenia)
Un aggettivo per descrivere le lavoratrici di oggi.
Intraprendenti. Essere una donna che lavora e che riesce a conciliare impegni extra lavorativi, non è semplice. Ma il lavoro è un’attività fondamentale, da preservare lungo l’arco della vita, per l’identità personale. Una garanzia di indipendenza e di riconoscimento sociale.
(Annalisa)
Una persona esemplare a cui ispirarsi per promuovere una maggiore uguaglianza di genere.
Samantha Cristoforetti. È la prima donna astronauta italiana ad essere andata nello spazio. Innumerevoli studi e prove da superare per raggiungere questo obiettivo non le hanno impedito di realizzare il suo sogno parallelo: avere una famiglia e diventare madre. Tutto ciò grazie a una distribuzione dei carichi familiari coordinata in accordo con il suo partner.
(Sarah)
Un consiglio alle ragazze che entrano nel mondo del lavoro.
Trovate il coraggio che è in voi, lavorando con dedizione e riconoscendo per prime il vostro valore. Cercate una realtà lavorativa, che promuova l’equilibrio di genere, nella quale coltivare le vostre potenzialità. Non smettete mai di inseguire la vostra realizzazione professionale. Un ambiente inclusivo è fondamentale, ma è il vostro approccio a fare la differenza.
(Silvia)
Un consiglio a un ragazzo che lavora all’interno di un team di sole donne.
Le skills per poter lavorare bene in un team, come il lavoro di squadra e la capacità di ascolto e dialogo, sono collegate prettamente al carattere e alle esperienze, non al genere. Liberati dai pregiudizi che sono radicati nella nostra società e guarda oltre: i team sono formati da persone e non da generi.
(Manuela)
Un consiglio a una ragazza che lavora all’interno di un team di soli uomini.
Non avere timore di sentirti “fuori luogo” facendo valere le tue idee. Impara dagli altri, restituendo quel valore aggiunto che solo tu, nella tua unicità, puoi offrire. Fatti rispettare esattamente tanto quanto accadrebbe nella situazione opposta. Ascolta e comunica con consapevolezza. Dai il meglio di te senza il complesso di poter essere giudicata o sminuita.
(Giada)
C’è più competizione tra uomini o tra donne?
Le donne e gli uomini non presentano differenze per quanto concerne l’attitudine alla competizione, poiché la capacità di ottenere buoni risultati in contesti competitivi è la medesima, è l’approccio alla competizione stessa che è differente.
(Barbara)
Esiste il “team perfetto”?
È più plausibile parlare di team “efficace”: una squadra che raggiunge gli obiettivi, cooperativa, produttiva e soprattutto interscambiabile al suo interno. Il team “efficace” è possibile solo se nella squadra ci si riconosce in quanto persone, identificate dalla propria unicità, accettando reciprocamente le diversità con rispetto per farne un punto di forza.
(Martina)
Qualche informazione in più su Marlene e sul team …
Nata a Bolzano, durante l’infanzia e l’adolescenza ha vissuto in tre diverse città, fino al ritorno a Padova, città di origine della famiglia, dove ha completato gli studi in Giurisprudenza. È mamma di un bimbo di 7 anni e di una bimba di 4 che, come spesso le piace dire, “mi tolgono il respiro, ma sono il mio ossigeno”.
Il cambiamento fa parte del suo essere. Una frase che la descrive? “Amo perdermi per ritrovarmi e, anche per questo, ciò che di me agli occhi estranei sembra caos, in realtà è creatività, frenesia, energia”.
La sua esperienza nel settore bancario ha inizio nel 2008, in varie realtà, prima nelle filiali di rete, poi in area back office, in seguito in Organizzazione e ora in area Operations come Responsabile dell’Unità Conti Correnti.
È alla guida di un pink team che conta, oltre a lei, 8 cherries under 35, provenienti da 4 regioni d’Italia, dal Veneto alla Campania: Annalisa, Barbara, Giada, Manuela, Martina, Sarah, Silvia, Ylenia.
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