Le Responsabili di filiale Cherry Bank nel racconto del loro modello di gestione.
Nonostante il settore della consulenza finanziaria sia ancora un mondo a prevalenza maschile, le donne in posizioni di rilievo all’interno delle istituzioni bancarie sono sempre di più. Si sente sempre più spesso parlare di Leadership al femminile come un modello di gestione dotato di caratteristiche peculiari, capaci di portare valore nella guida di organizzazioni, business e persone.
In questo contesto, abbiamo deciso di dare voce alle esperienze delle nostre Responsabili di filiale sul territorio, in quanto esempio lampante di leadership al femminile: dal loro racconto emergono i tratti distintivi dei loro modelli di gestione, i valori fondamentali per guidare con efficacia un team verso obiettivi condivisi, gli impatti benefici generati sull’ambiente lavorativo e l’organizzazione.
In Cherry Bank, la presenza femminile in ruoli di responsabilità è una componente consolidata: delle 23 filiali operative sul territorio, il 39% è sotto la guida di una Responsabile donna, dato in linea con la percentuale di incarichi manageriali ricoperti da figure femminili nella nostra realtà.
L’organizzazione è uno degli aspetti fondamentali della mia gestione di filiale. La sicurezza negli occhi dei miei colleghi, che sanno sempre ed esattamente quali sono le proprie mansioni, mi conferma ogni giorno il valore della pianificazione. Il risultato? Una squadra serena, capace di lavorare con efficacia anche in caso di criticità, portando di conseguenza effetti benefici sul business. A mio avviso, le capacità organizzative sono particolarmente spiccate nella direzione al femminile, che porta sul lavoro alcune soft skills derivate dalle attività di cui le donne si fanno carico nella sfera personale: la gestione della casa, la cura dei figli, la ricerca del corretto equilibrio tra carriera e vita privata.
Quando si guida un team, la capacità di mettersi in gioco è indispensabile. Durante il mio percorso professionale ho fatto tesoro di ogni cambiamento, vivendolo come un’occasione per ampliare la visuale attraverso il confronto con situazioni e punti di vista nuovi. Ho cercato di apprendere il massimo da ogni esperienza, uscendo dalla mia comfort zone per alimentare le mie competenze. Un leader deve essere infatti un punto di riferimento per i colleghi, ed essere capace di supportarli nella quotidianità del lavoro a trecentosessanta gradi. Gestire e organizzare un team richiede inoltre grande sensibilità: bisogna comprendere inclinazioni, capacità e passioni di ogni singola risorsa, riconoscerle e tenerle in considerazione nella divisione dei compiti. La squadra vince quando si riesce a costruire un’organizzazione in cui ognuno viene ascoltato e valorizzato per le proprie specificità.
Nel mio ruolo, punto a costruire un modello di leadership empatico, orientato alla comprensione delle esigenze dei collaboratori e al dialogo aperto e trasparente. In generale, credo che le donne abbiano una naturale propensione al multitasking, una dote fondamentale per chi guida un team: il leader deve saper essere presente quando serve, offrendo supporto e disponibilità al confronto su ogni tema.
La mia realtà lavorativa è una piccola comunità di tre persone, dove cerco di dare lo stesso spazio alle idee di ognuno. Ogni risorsa deve poter fare affidamento sulle altre. Motivare la squadra, riconoscerne i meriti, risolvere le criticità insieme sono elementi che contribuiscono a creare un ambiente lavorativo sereno e proficuo. L’empatia che noi donne portiamo nelle relazioni è un valore aggiunto innegabile, ancora più prezioso in una filiale bancaria, dove il rapporto diretto con i clienti è centrale.
Trasparenza, rispetto e fiducia sono per me valori fondamentali nella gestione del team. È compito di una buona leader indirizzare il lavoro con energia positiva e fermezza, ma il dialogo con la squadra e la condivisione trasparente di informazioni e processi decisionali sono la base per lavorare proficuamente. La leadership al femminile ha a mio avviso un quid in più: empatia, comprensione, flessibilità, doti che permettono di delineare sempre un quadro completo della situazione, sganciandosi dalla superficie dell’operatività quotidiana. Dall’altro lato, ancora oggi, le donne sono spesso chiamate a dimostrare le proprie competenze professionali, soprattutto in un campo tradizionalmente maschile come la finanza: bisogna sempre essere consapevoli delle proprie capacità e mostrarsi sicure di sé per conquistare la fiducia dei clienti, anche quando sembra che siano disorientati davanti a una donna che prende decisioni in campo finanziario.
I veri leader sanno creare relazioni proficue attorno a loro e, soprattutto, sanno mantenere con equilibrio i ruoli che ricoprono. Su quest’ultimo punto, alle donne è richiesto uno sforzo maggiore. Negli ultimi anni le donne sono riuscite ad affermarsi sempre di più nel mondo del lavoro, con maggiori possibilità di acquisire incarichi di rilievo e di fare carriera. Allo stesso tempo, però, bisogna fare diversi passi avanti nella sfera domestica, dove sembra che la responsabilità di molte attività quotidiane debba ricadere ancora prevalentemente in capo a noi donne. È necessario un maggiore equilibrio nella divisione dei compiti tra uomini e donne per arrivare al vero worklife balance e alla reale parità. Una parità vincente, per le donne in primis, ma anche per la società intera.
Gioco di squadra, valorizzazione delle risorse e sorriso caratterizzano la mia gestione di filiale. Cerco di incoraggiare la partecipazione attiva e di costruire un ambiente di lavoro positivo, coeso e armonioso, in cui ognuno dei miei colleghi possa sentirsi sempre apprezzato. Anche perché, come diceva Eleanor Roosevelt, un buon leader spinge le persone ad avere fiducia in lui, un grande leader spinge le persone ad avere fiducia in sé stesse.
In Cherry Bank noto con piacere una grande presenza di donne leader, sia in qualità di direttrici di filiale, sia nel management. Questo è positivo per l’organizzazione e per il business, perché, a mio avviso, le donne hanno una marcia in più: grande senso di responsabilità, intelligenza emotiva, empatia, capacità di collaborare. Per una donna leader, quest’ultima caratteristica è fondamentale: tutto il team lavora per raggiungere un unico obiettivo e se c’è affiatamento tra le risorse si raggiunge con più semplicità il traguardo.
In un settore che storicamente ha visto prevalere una leadership maschile, per una donna, guidare una squadra rappresenta una sfida; se composta da sole donne, lo è ancora di più. Empatia, ascolto e rispetto delle idee di tutti sono essenziali per creare un ambiente di lavoro sano e stimolante, in cui ogni risorsa possa sentirsi libera di esprimere la propria opinione, senza temere pregiudizi. Non devono mancare le occasioni di confronto: il dialogo aperto è sempre costruttivo e crea le condizioni perché ciascuno possa essere supporto e ispirazione per l’altro. Eppure, nonostante il clima positivo, a volte mi ostino a non chiedere aiuto quando incontro delle difficoltà: forse è il riflesso di vecchi stereotipi che, ancora oggi, possono far sentire noi donne fuori posto in certi contesti, come se ogni incertezza fosse una conferma di quel pregiudizio.
Data pubblicazione: 16.04.2025
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